Continua l’attività di controllo del Garante per la protezione dei dati personali nei confronti degli operatori telefonici anche a seguito delle centinaia di segnalazioni e reclami che settimanalmente pervengono all’Autorità per lamentare casi di “marketing selvaggio”.

Il Garante della Privacy ha sanzionato un operatore telefonico per circa 17 milioni di euro. Sanzione per i “numerosi trattamenti illeciti di dati, legati prevalentemente ad attività promozionali”. Mentre un altro gestore telefonico, “che è stato trovato carente sotto altri profili, in particolare in merito alle modalità di accesso dei propri dipendenti ai dati di traffico”, è stato sanzionato per 800.000 euro.

Mancanza di consenso

Il nuovo provvedimento è stato adottato all’esito di una complessa attività istruttoria ed ispettiva. Gli utenti lamentavano la ricezione di contatti promozionali indesiderati, effettuati senza consenso tramite sms, e-mail, fax, telefonate e chiamate automatizzate. In numerosi casi, inoltre i segnalanti dichiaravano di non esser stati messi in grado di poter esercitare il proprio diritto di revoca del consenso. Oppure il diritto di opposizione al trattamento dei loro dati per finalità di marketing. Questo anche a causa di imprecisioni nell’indicazione dei canali di contatto presenti nell’informativa. In altri casi veniva lamentata la pubblicazione di dati personali negli elenchi telefonici pubblici nonostante l’opposizione (a volte reiterata) degli interessati.

Dall’istruttoria è inoltre emerso che le app  erano impostate in maniera tale da obbligare l’utente a fornire, ad ogni nuovo accesso, una serie di consensi per diverse finalità di trattamento (marketing, profilazione, comunicazione a terzi, arricchimento e geolocalizzazione), salvo poi consentire di revocarli trascorse 24 ore.

Attenzione al sub appalto

Al di là di queste lacune “di sistema”, gli accertamenti del Garante hanno messo in luce diversi gravi illeciti nella filiera dei partner commerciali di Wind Tre, anche con impropria attivazione di contratti. Per queste violazioni, uno dei partner del gestore telefonico – che aveva sub affidato (peraltro senza alcun atto giuridico) intere fasi dei trattamenti a call-center che raccoglievano i dati illecitamente – è stato multato per 200mila euro dal Garante e si è visto imporre il divieto di utilizzare i dati raccolti e trattati da agenti presenti sul territorio nazionale (denominati “procacciatori”) in totale spregio delle norme in materia di protezione dati.

Le argomentazioni portate a propria difesa da Wind Tre e la serie di misure correttive implementate dalla società, anche riguardo alla centralizzazione delle campagne promozionali, non sono state ritenute adeguate dal Garante.

Oltre a sanzionare la società telefonica per 16.729600 euro, l’Autorità ha vietato il trattamento dei dati acquisiti senza consenso e le ha ordinato di adottare misure tecniche e organizzative per un effettivo controllo della filiera dei partner, nonché procedure per rispettare la volontà degli utenti di non essere disturbati.

(Fonte Garante Privacy)

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