di Carola Frediani – Guerre di rete
Off-Facebook: la tua attività fuori dal social che arriva al social
La profilazione e il passaggio di dati tra entità diverse sono così invisibili e pervasive che non mi ero mai resa conto di un dettaglio: l’app che ho sullo smartphone per fare acquisti alle macchinette del caffè e di altri generi di conforto trasmette dati a Facebook. Non ci avevo pensato perché non avevo usato il login via Facebook, né il sito del servizio, né ricordo di aver letto di connessioni nelle condizioni d’uso della app. Ad ogni modo questo è quello che avviene: la mia app trasmette quello che mangio e bevo (ma a che livello di dettaglio?) a Facebook (che ora sa che quanto ami il caffé, o le noci…). Nulla di trascendentale, ma a livello psicologico molto istruttivo.
Tutto nasce da una nuova sezione di Facebook – Off-Facebook Activity – che ora ti dice chi, fuori da Facebook (un sito, una app, una società), condivide i tuoi dati con il social network.
“L’attività fuori da Facebook è un riepilogo delle attività che le aziende e le organizzazioni condividono con noi relativamente alle tue interazioni, ad esempio quando visiti i loro siti web o utilizzi le loro app”, scrive Facebook. “Le interazioni sono le tue azioni su un’app o un sito web. Includono: l’apertura di un’app; l’accesso a un’app tramite Facebook; la visualizzazione di contenuti; la ricerca di un articolo; l’aggiunta di un articolo al carrello; un acquisto; una donazione”
Lo fa attraverso tre strumenti di Facebook per le aziende: il pixel di Facebook, l’SDK di Facebook e Facebook Login. Il Facebook Login è il più evidente, ed è probabilmente alla base di molti dei siti che troverete nella sezione Off-Facebook Activity. Ma il pixel e l’SDK sono probabilmente meno visibili, e saranno quelli che vi faranno dire: ah davvero questa app sta passando i miei dati a Facebook? Troverete app di fitness, se le usate, e app che vedono quello che mangiate.
“Ma in questo caso poco si può recriminare a Facebook”, commenta a Guerre di Rete Matteo Flora, ad di The Fool ed esperto di social media. “Il compito di segnalare l’utilizzo o meno di un tracciante è dello sviluppatore della app o del sito web, che spesso e volentieri omettono di farlo. Il problema vero è anche che se conoscere la presenza di un tracciante su un sito web è semplice, ritrovarla in una applicazione è ben più complesso e non certo alla portata di tutti. Probabilmente è questo il ragionamento che ha spinto Facebook a questa nuova funzionalità, che rimette i dati nelle mani dei proprietari”.
Qui la sezione di Facebook che vi consiglio di visitare (e si può disattivare l’attività futura): https://www.facebook.com/off_facebook_activity/activity_list

di Carola Frediani – Guerre di rete

@carolafrediani